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Latini, Brunetto
La rettorica

Argomento 8

TULLIO

Et certo chi avea forza e podere sopra altri molti non averia patito divenire pare di coloro ch'elli potea segnoreggiare, se non l'avesse mosso sennata e soave parladura; tanto era loro allegra la primiera usanza, la quale era tanto durata lungamente che parea et era in loro convertita in natura. Donde pare a me che così anticamente e da prima nasceo e mosse eloquenzia, e poi s'innalzò in altissime utilitadi delli uomini nelle vicende di pace e di guerra.


SPONITORE

In questa parte dice Tulio che cciò che sapienzia non avrebbe messo in compimento per sé sola, ella fece avendo in compagnia eloquenzia; e però la tema èe cotale: Sì come detto è davanti, fuoro gli uomini raunati et insegnati di ben fare e d'amarsi insieme, e però fecero cittadi e ville; poi che lle cittadi fuor fatte impresero ad avere fede. Di questa parola intendo che coloro ànno fede che non ingannano altrui e che non vogliono che lite né discordia sia nelle cittadi, e se vi fosse sì la mettono in pace. Et fede, sì come dice un savio, è lla speranza della cosa promessa; e dice la legge che fede è quella che promette l'uno e l'altro l'attende. Ma Tulio medesimo dice in un altro libro delli offici che fede è fondamento di giustizia, veritade in parlare e fermezza delle promesse; e questa èe quella virtude ch'è appellata lealtade. E così sommatamente loda Tulio eloquenzia con sapienzia congiunta, che sanza ciò le grandissime cose non s'arebbono potute mettere in compimento, e dice che poi àe molto de ben fatto in guerra et in pace. Et per questa parola intendo che tutti i convenenti de' comuni e delle speciali persone corrono per due stati o di pace o di guerra, e nell'uno e nell'altro bisogna la nostra rettorica sì al postutto, che sanza lei non si potrebbono mantenere.