Tasti di scelta rapida del sito: Menu principale | Corpo della pagina | Vai alla colonna di sinistra

Colonna con sottomenu di navigazione


immagine Dante

Contenuto della pagina


-
Menu di navigazione

Latini, Brunetto
La rettorica

Argomento 19. Della materia.

TULLIO

Materia di questa arte dicemo che ssia quella nella quale tutta l'arte e llo savere che dell'arte s'apprende dimora. Come se noi dicemo che lle malizie e le fedite sono materia del medico, perciò che 'ntorno quelle è ogne medicina, altressì dicemo che quelle cose sopra le quali s'adopera questa arte et il savere ch'è appreso dell'arte sono materia di rettorica; le quali cose alcuni pensaro che fossero piusori et altri meno. Ché Gorgias Leontino, che fue quasi il più antichissimo rettorico, fue in oppinione che el parladore possa molto bene dire di tutte cose. Et questi pare che dea a questa arte grandissima materia sanza fine. Ma Aristotile, il quale diede a questa arte molti aiuti et adornamenti, extimò che ll'officio del parlatore sia sopra tre generazioni di cose, ciò sono dimostrativo, diliberativo e giudiciale.


SPONITORE

In questa parte dice Tulio che materia di rettorica è quella cosa per cui cagione furo pensati e trovati li comandamenti di questa arte, e per cui cagione s'adopera la scienzia che ll'uomo apprende per quelli comandamenti. Così fuoro trovati li comandamenti di medicina e gli adoperamenti per le infertadi e per le ferute; et insomma quella è lla materia sopr'alla quale conviene dicere. Et sopra ciò fue trovata questa arte per dare insegnamento di ben dire secondo che lla materia richiede e per fare che ll'uditore creda. Et di questo è stata differenzia tra ' savi: ché molti furo che diceano che materia puote essere ogne cosa sopr'alla quale convenisse parlare. Et se questo fosse vero, donque sarebbe questa arte sanza fine, che non puote essere; e di questi fue uno savio, Gorgias Leontino, antichissimo rettorico; et in ciò che Tulio l'appella antichissimo sì dimostra che non sia da credere. Ma Aristotile, a cui è molto da credere, perciò che diede molti aiuti et adornamenti a questa arte in perciò che fece uno libro d'invenzione et un altro della parladura, dice che rettorica èe sopra tre maniere di cose, e catuna maniera èe generale delle sue parti; e queste sono dimostrativo, diliberativo e iudiciale, come in questi cercoletti appare: MATERIA: Dimostrativo-Deliberativo-Iudiciale.

Et a questa sentenzia s'accorda Tulio, e sopra queste tre maniere è tutta l'arte di rettorica. Ma ben puote essere ch'e' maestri in questo punto fanno divisamento intra dire e dittare; ché pare che lla materia di dittare sia sì generale che quasi sopra ogne cosa si possa fare pistola, cioè mandare lettera. Ma dire non si puote per modo di rettorica se non delle dette tre maniere, perciò che Tulio reca tutta la rettorica in quistione di parole. Et intendo che quistione è una diceria nella quale àe molte parole sie impigliate che ssine puote sostenere l'una parte e l'altra, cioè provare sì e no per atrebuti, cioè per propietadi del fatto o della persona. Et ecco l'exemplo in questa diceria che fie proposta in questo modo: «È da sbandire in exilio Marco Tulio Cicero o no, che davanti al popolo di Romafece anegare molti romani a tempo che 'l comune era in dubbio?» In questa proposta à due parti, una del sì et un'altra del no. Quella del sì è cotale: «Cicero è da sbandire, perciò che à fatta la cotale cosa». Quella del no è cotale: «Non è da sbandire, ché ricordando pure lo nome signiffica buona cosa et isbandire et exilio signiffica mala cosa, e non è da credere che buono uomo faccia quello che ssia da sbandire degno né de exilio». Già è detto che è la materia di quest'arte, et afferma Tulio la sentenza d'Aristotile. Et però che elli l'àe confermata, sì dicerà di catuna di quelle tre maniere sì compiutamente che per lui e per lo sponitore potrà quelli per cui è fatto questo libro intendere la materia, lo movimento e la natura di rettorica. Ma ben guardi d'intendere ciò che dice questo trattato e di connoscere ciò che in esso si contiene, ché altrimenti non potrebbe intendere quello che viene innanzi; e dicerà prima del dimostrativo.