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Latini, Brunetto
La rettorica

Argomento 105. Della laidezza della causa.

TULLIO

Se la laidezza della causa mette l'offensione, conviene mettere per colui da cui nasce l'offensione un altro uomo che sia amato, o per la cosa nella quale s'offende un'altra cosa che sia provata, o per la cosa uomo o per l'uomo cosa, sicché l'animo dell'uditore si ritragga da quello che 'nnodia in quello ch'elli ama; et infingerti di non difendere quello che pensano che tu voglie difendere, e così, poi che ll'uditore fie più allenito, entrare in difendere a poco a poco e dicere che quelle cose, le quali indegnano l'aversarii, a noi medesimi paiono non degne. Et poi che tu avrai allenito colui che ode, dei dimostrare che quelle cose non pertiene a tte neente, e negare che tu non dirai alcuna cosa dell'aversarii, né questo né quello, sì ch'apertamente tu non danneggi coloro che sono amati, ma oscuramente facciendolo allunghi quanto puoi da lloro la volontade dell'uditore; e proferere la sentenzia d'altri in somiglianti cose, o altoritade che sia degna d'essere seguita; et apresso dimostrare che presentemente si tratta simile cosa, o maggiore o minore.


SPONITORE

In questa parte dice Tullio che, se ll'uditore è turbato contra noi per cagione della causa nostra che sia o che paia laida per cagione di mala persona o di mala cosa, allora dovemo noi usare insinuazione nelle nostre parole in tal maniera, che in luogo della persona contra cui pare corucciato l'animo dell'uditore noi dovemo recare un'altra persona amata e piacevole all'uditore, sì che per cagione e per coverta della persona amata e buona noi appaghiamo l'animo dell'uditore e ritraiallo del coruccio ch'avea contra la persona che lui semblava rea; sì come fece Aiax nella causa della tencione che fue intra lui et Ulixes per l'arme ch'erano state d'Acchilles. Et tutto fosse Aiax un valente uomo dell'arme, non era molto amato dalla gente né tenuto di buona maniera. Ma Ulixes, per lo grande senno che in lui regnava, era molto amato. Onde Aiax, volendosi contraparare, nel suo dicere ricordò com'elli era nato di Telamone, il quale altra fiata prese Troia al tempo del forte Hercole; e così mettea la persona avanti amata e graziosa in luogo di sé et in suo aiuto, per piacerne alla gente e per avere buona causa. Et quando la causa è laida per cagione di mala cosa, sì dovemo noi recare nel nostro parlamento un'altra cosa buona e piacevole; sì come fece Catellina scusandosi della congiurazione che facea in Roma, che mise una giusta cosa per coprire quella rea, dicendo: «Elli è stata mia usanza di prendere ad atare li miseri nelle loro cause».