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Guittone d'Arezzo
Rime

CLXXXI

L'accidia.

Tu vizio, accidia, a cui ben fastidioso,
operar è nemico; ètte valore
pigrizia, negrigenzia e miser poso;
lentezza e tarditate hai 'n amore.
O poltron vizio vil, miser, noioso,
e fastidioso a bon tutti tuttore,
tu ne lo stato d'ogn'on se' odioso,
peccato e danni porgi e disinore;
corpo 'nfermi, occidi, podere strai,
onor, amor scacci, vizi accolli;
giac'e mangi'om, unde besti' una 'l fai.
Vivi in te son soppellit'i folli,
periglioso e ontoso a tutti stai,
ma pur a' cherchi e a' signor più tolli.