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Guittone d'Arezzo
Rime

CLXXI

Esalta la buona coscienza, che lo trattiene dal peccare.

O quanto fiedi me forte sanando,
tu, dolze amica mea, bona coscienza,
non dal meo cor la tua verga cessando,
ferendo adessa ch'eo penso a fallenza.
E com'om pro caval fello spronando,
partendome da vizio e da spiacenza,
l'alma m'adolci più che mel gostando,
s'alcun'ora mi movo a tua piacenza.
O fren di scienza e d'onestà sperone,
o verga di giustizia, amica mia,
o cibo il qual Dio di vertù compone,
piò che cos'altra mai pregiar te dia,
ché tutto 'l mondo en me par ben non pone;
guai, guai a quello, en cui non hai balia.