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Giamboni, Bono
Il libro de' Vizî e delle virtudi

Capitolo XLVI. De la battaglia tra la Fede Cristiana e la Pagana.

Allevata e cresciuta questa Legge Pagana nelle parti d'oltremare, e creduta per legge di Dio da molta gente, i demonî di ninferno la condussero con tutto loro sforzo nel campo là ove le Virtú co li Vizî faccíano le battaglie; e appellò a battaglia la Fede Cristiana.

E allor s'accorse di prima la nostra Fede di questa Resia, e cominciossi in questo modo a lamentare: - O Idio onipotente, verranno mai meno le mie fatiche? Vedrò mai tempo ch'io mi possa riposare? Ecco, in mezzo de la gran pace ch'avea, essendo tutti i miei inimici vinti, e convertite tutte le genti del mondo alla mia fede, m'è nata di nuovo crudele guerra, e sí di sùbito che non me ne sono potuta avedere. Ben veggio che chi ha a fare con cosí reo inimico com'è Satanasso non si dé mai disarmare, perché di sùbito assalisce le genti.

- E tu Satanas, inimico di Dio, rimarra'ti tu mai di trovar novità per tòrre a Dio l'anime delli uomini, che sa' che sono di sua ragione, e fur fatte da lui per aver paradiso e ché riempiessero le sediora vòte di paradiso che perdesti? Ben ti converrà esser ingegnoso, che 'l possi ingannare o trarre a dietro i suoi proponimenti. E accorgomi per quel che tu fai che la fede è la maggior virtude che l'uomo in questo mondo possa avere a potersi salvare, per tanti ingegni t'asottiglie di provare l'uomo e di farlo cadere in errore.

E quando ebbe cosí detto, fece incontanente nuov'oste, e raunò grandissima gente, perché la vecchia era partita, e, apparecchiata d'ogni cosa, tornò al campo per combattere co la Fede Pagana. E quando di ciascuna parte fur fatte le schiere e ammonite le genti di ben fare, sí si cominciò tra queste Fedi una battaglia sí terribile e grande, e di mortalità di tanta gente, che mai non fu nel mondo neuna simigliante né ove tanta gente perisse. Ma al dassezzo perdeo la Fede Cristiana per lo grande aiuto de' dimonî, e fue cacciata di tutta la terra d'oltremare; e tutta la gente che abitava di là si convertio a quella Fede, e appellârsi Saracini.