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Giamboni, Bono
Il libro de' Vizî e delle virtudi

Capitolo XLV. Della legge che dànno i demonî a Maometti.

Al detto consiglio s'acordaro tutti i demonî e le Furie infernali; e fue comandato che più non si dovesse in su questa proposta indugiare. E quando fue partito 'l consiglio, si raunaro i demonî di ninferno e fecer nuova legge contraria a quella di Dio, e tutta d'altre credenze, e chiamârla Alcoran; e insegnârla a Maommetti perfettamente, perché l'avesse bene a mano. E poi dissero: - Va e predica questa legge, e dí che sia data da Dio; e noi saremo sempre teco in tutte le tue operazioni. E se tu ne farai questo servigio e andrà innanzi per lo tuo fatto questa legge, noi ti daremo molte ricchezze e segnoria di molte genti, e distenderemo la tua fama, e avanzeremo il tuo nome e farello glorioso nel mondo, più che non fu anche neuno che nascesse di femina corrotta.

E quando Maommetti si udí fare queste impromesse, essendo uomo molto mondano e di vanagloria pieno (e di Dio non avea alcun pensamento), e sentendosi scalterito de le malizie del mondo e con una bella favella e bene aconcio a queste cose, pigliò questa legge e cominciolla oltremare a predicare, acciò che la Fede Cristiana, che era a Roma a quella stagione, non se ne potesse avedere. E convertivvi in piccol tempo molta gente, tra per suoi scalterimenti, e per lo grande aiuto de' demonî: e appellasi Alcoran, e appo noi legge pagana.