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Cavalcanti, Guido
Rime

XXXVIIa. Dante Alighieri a Guido Cavalcanti

A ciascun'alma presa e gentil core
nel cui cospetto vèn lo dir presente,
in ciò che mi rescrivan suo parvente,
salute in lor segnor, cioè Amore.
Già eran quasi che atterzate l'ore
del tempo che onne stella n'è lucente,
quando m'apparve Amor subitamente,
cui essenza membrar mi dà orrore.
Allegro mi sembrava Amor tenendo
meo core in mano, e ne le braccia avea
madonna involta in un drappo dormendo.
Poi la svegliava,e d'esto core ardendo
lei paventosa umilmente pascea:
appresso gir lo ne vedea piangendo.