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Cavalcanti, Guido
Rime

XXI

O donna mia, non vedestù colui
che 'n su lo core mi tenea la mano
quando ti rispondea fiochetto e piano
per la temenza de li colpi suoi?
E' fu Amore, che, trovando noi,
meco ristette, che venia lontano,
in guisa d'un arcier presto soriano
acconcio sol per uccider altrui.
E' trasse poi de li occhi tuo' sospiri,
i qua' me saettò nel cor sì forte,
ch'i' mi partì' sbigotito fuggendo.
Allor m'aparve di sicur la Morte,
acompagnata di quelli martiri
che soglion consumare altru' piangendo.